“Irriducibile”! Chi è questo Faggin e perché dovrebbe interessarci?

“Irriducibile”! Chi è questo Faggin e perché dovrebbe interessarci?

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Non è facile parlare di un libro dell’ uomo che ha inventato il microprocessore. Ma io me ne frego e lo faccio lo stesso.

Per chi fosse vissuto in una caverna digitale negli ultimi 50 anni, Federico Faggin è l’ingegnere italiano che ha co-inventato il microprocessore e che, dopo aver rivoluzionato il mondo dell’informatica, ha deciso che non era abbastanza e si è messo a esplorare la coscienza umana. È come se Cristoforo Colombo, dopo aver scoperto l’America, avesse detto: “Beh, ora vediamo com’è fatto il cromosoma”.

Di cosa parla questo libro?

“Irriducibile” è un affascinante ibrido tra autobiografia, trattato filosofico e manifesto spirituale. Faggin ci racconta il suo percorso dalla fisica alla filosofia della mente, sostenendo che la coscienza umana sia – sorpresa! – irriducibile ai processi computazionali. In parole povere: l’intelligenza artificiale potrà pure batterci a scacchi, ma non capirà mai perché ci emozioniamo guardando un tramonto o mangiando una carbonara perfetta.

Faggin parte dalla sua esperienza di pioniere tecnologico per arrivare alla conclusione che la mente umana non è solo un computer di carne. È come se, dopo aver passato la vita a costruire computer sempre più potenti, si fosse reso conto che il vero supercomputer è sempre stato dentro di noi. Plot twist degno di M. Night Shyamalan!

Punti di forza (o perché dovresti leggerlo)

  1. La doppia anima del libro: Faggin riesce nell’impresa titanica di unire scienza e spiritualità senza sembrare né un tecno-nerd noioso né un guru New Age che ha respirato troppo incenso.
  2. Autocritica tecnologica: È rinfrescante vedere uno dei padri dell’informatica moderna mettere in discussione i limiti della sua stessa creazione..
  3. Accessibilità: Nonostante i temi complessi, il libro è sorprendentemente leggibile. Faggin spiega concetti di meccanica quantistica e neuroscienze come se stesse raccontando la trama di un film. Non un film Netflix, non esageriamo.

Punti deboli (o perché potresti lanciarlo dalla finestra)

  1. Alcune tesi controverse: Le sue posizioni sulla coscienza non sono universalmente accettate nella comunità scientifica. Molti scienziati arriccierebbero il naso leggendo alcune sue affermazioni, come io quando qualcuno mi dice che la pizza con l’ananas è buona.
  2. A volte ripetitivo: Certi concetti vengono ribaditi così spesso che ti chiedi se Faggin abbia paura che il lettore soffra di amnesia a breve termine.

A chi lo consiglio?

“Irriducibile” è perfetto per chi si trova in quella particolare fase della vita in cui si chiede se stiamo vivendo in una simulazione, se l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro, o se c’è di più oltre ai nostri smartphone. Quindi, praticamente, a tutti noi nel 2025.

È particolarmente consigliato a chi lavora nel campo dell’intelligenza artificiale e del digital marketing. Sì, mentre automatizziamo tutto con l’AI, forse è il momento giusto per riflettere su cosa significa essere umani e cosa ci rende irriducibilmente diversi dalle macchine che creiamo.

In conclusione, “Irriducibile” è come una di quelle cene in cui pensi di fermarti per un aperitivo veloce e finisci alle tre del mattino a discutere del significato della vita. Ti lascia con più domande che risposte, ma ehi, non è forse questo il segno di un buon libro?

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