Content Marketing: L’Arte di Scrivere Cose che Forse Qualcuno Leggerà (Ma Probabilmente No) 📝
content marketing
content marketing

Content Marketing: L’Arte di Scrivere Cose che Forse Qualcuno Leggerà (Ma Probabilmente No) 📝

Tabella dei Contenuti

Content marketing. Quella nobile arte di produrre contenuti instancabilmente, come un criceto su una ruota, nella speranza che qualcuno, da qualche parte nell’infinita distesa di Internet, si fermi per più di 2,7 secondi a leggere ciò che hai impiegato tre giorni a scrivere. Un’attività che combina l’ottimismo di un bambino la mattina di Natale con l’esistenzialismo di un poeta francese in una giornata particolarmente piovosa.

Benvenuti nella Terra di Nessuno tra “Contenuto di Valore” e “Per Favore, Notami”

Il content marketing è quell’angolo peculiare del marketing digitale dove tutti fingono di non vendere nulla mentre disperatamente cercano di vendere qualcosa. È come quel tipo a una festa che ti racconta una storia interessantissima sui pinguini per venti minuti prima di menzionare, come per caso, che vende assicurazioni sulla vita.

“Crea contenuti di valore!” urlano gli esperti, senza mai definire cosa significhi effettivamente “valore”. È come quando tua madre ti diceva di “comportarti bene” prima di lasciarti dai nonni – un concetto nebuloso che potrebbe significare tutto o niente, a seconda di chi sta interpretando la frase.

L’Illusione della Conoscenza del Pubblico

Uno dei pilastri del content marketing è “conoscere il tuo pubblico”. Un concetto affascinante, quasi mistico, considerando che la maggior parte di noi fatica a capire cosa vuole mangiare a cena, figuriamoci prevedere cosa vorrà leggere uno sconosciuto su Internet giovedì prossimo alle 15:42.

Creiamo “buyer personas” dettagliate come se stessimo scrivendo il prossimo grande romanzo italiano:

“Maria, 34 anni, madre di due bambini, appassionata di yoga e tè matcha, si sveglia alle 6 del mattino per meditare, legge blog durante la pausa pranzo, sogna di aprire un B&B in Toscana, è frustrata dalla mancanza di tempo…”

Tutto questo per poi scoprire che il tuo articolo su “10 Modi per Ottimizzare la Tua Routine Mattutina” è stato letto principalmente da uomini single di 45 anni alle 23:30 di sera mentre guardavano repliche di telefilm degli anni ’90.

Il Calendario Editoriale: Un Esercizio di Fiction Creativa

Il calendario editoriale è quella meravigliosa illusione che ci fa credere di avere il controllo sulla nostra vita professionale. “Pubblicherò due articoli a settimana, un video al mese e una newsletter ogni quindici giorni!”, dichiara il marketer pieno di entusiasmo a gennaio, prima di ritrovarsi ad aprile a scrivere freneticamente un post alle 23:45 perché “domani dovrebbe uscire qualcosa”.

È come quei piani per mettersi a dieta o andare in palestra – iniziano con le migliori intenzioni e finiscono con te che ti chiedi come sia possibile che sia già passato un mese dall’ultima volta che hai pubblicato qualcosa.

Content Marketing

SEO: La Scienza Occulta che Nessuno Capisce Veramente

Parlare di content marketing senza menzionare la SEO sarebbe come parlare di napoletani senza menzionare la pizza: tecnicamente possibile, ma perché farlo?

La SEO è quell’amico enigmatico che cambia personalità ogni volta che lo incontri. “Le keyword sono fondamentali!” Un mese dopo: “Non pensare alle keyword, scrivi per le persone!” E poi ancora: “Le keyword sono importanti, ma non troppo, e comunque Google legge nel pensiero, quindi sii naturale ma strategico, spontaneo ma calcolato, e soprattutto, usa H2 per i sottotitoli, ma non troppi, e assicurati che il tempo di permanenza sia alto, ma non preoccuparti dei bounce rate, a meno che non siano troppo alti, nel qual caso preoccupati.”

È come ricevere consigli amorosi contemporaneamente da tua nonna, dal tuo migliore amico e da un libro di auto-aiuto degli anni ’80.

Dai Blog ai Podcast ai Reel ai TikTok a Qualunque Cosa Sarà di Moda Quando Leggerai Questo

L’evoluzione dei formati di content marketing è più rapida della moda negli anni ’80. Appena padroneggi l’arte di scrivere blog ottimizzati, scopri che “il video è il re”. Non appena investi in attrezzature video professionali, tutti passano ai podcast. Compri un microfono da studio, e improvvisamente devi ballare su TikTok.

È come quella sensazione di arrivare a una festa vestito elegante per scoprire che il dress code è cambiato all’ultimo minuto e tutti indossano costumi da dinosauro.

Come L’Intelligenza Artificiale sta Cambiando il Gioco (E le Nostre Crisi Esistenziali)

Ecco la verità scomoda che nessun esperto di content marketing vuole ammettere: l’AI sta scrivendo contenuti che sono indistinguibili dai nostri, e lo fa in 3 minuti anziché 3 ore, senza bisogno di caffè o crisi esistenziali.

È come scoprire che il tuo lavoro potrebbe essere svolto da un gatto particolarmente intelligente che cammina sulla tastiera – inquietante, ma anche vagamente affascinante.

L’AI nel content marketing può:

  • Generare idee quando il tuo cervello assomiglia a un desertico paesaggio lunare
  • Scrivere prime bozze mentre tu fissi il cursore lampeggiante come se contenesse i segreti dell’universo
  • Analizzare tonnellate di dati per dirti che sì, quel titolo che hai scritto è effettivamente noioso
  • Prevedere tendenze future con un’accuratezza che ti fa sentire come se il tuo diploma in comunicazione valesse quanto un buono per una pizza gratis

Potremmo temere questa rivoluzione, o potremmo abbracciare l’AI come quell’assistente instancabile che non si lamenta mai quando gli chiedi di riscrivere lo stesso paragrafo per la settima volta alle due del mattino.

Misurare il Successo: Un Esercizio di Autoinganno Creativo

“Quali metriche dovrei monitorare?” è la domanda che ogni content marketer si pone, subito seguita da “Quali metriche mi faranno sembrare meno incompetente durante la prossima riunione?”

Visualizzazioni di pagina, tempo di permanenza, tasso di rimbalzo, conversioni, engagement, condivisioni sociali – un meraviglioso buffet di numeri da cui scegliere per giustificare la tua esistenza professionale.

La verità è che misuriamo ciò che ci fa sentire meglio. Quel post che hai passato settimane a perfezionare ha ottenuto solo 37 visualizzazioni? Nessun problema! Guarda quel tempo di permanenza medio di 4 minuti e 23 secondi! (Ignorando il fatto che probabilmente sei tu che hai riletto l’articolo più volte per cercare refusi).

Conclusione: Un’Amore-Odio Che Continua

Il content marketing è come quella relazione complicata che sai che non è perfetta, ma da cui non riesci a staccarti. Ti fa sentire creativo e strategico un giorno, e completamente inutile il giorno dopo.

Ma forse è proprio questo il suo fascino: quella costante danza tra ispirazione e disperazione, tra “sono un genio incompreso” e “chiunque potrebbe fare questo lavoro”. È un campo dove l’arte incontra la scienza, dove la creatività si scontra con i dati, e dove tutti noi fingiamo di sapere cosa stiamo facendo mentre segretamente Googliamo “è normale sentirsi un impostore nel marketing?”

In fin dei conti, come diceva il mio professore di marketing all’università (o forse era il barista sotto casa, la memoria è nebulosa): “Nel content marketing, come nella vita, l’importante non è avere tutte le risposte, ma fare in modo che gli altri credano che tu le abbia.”


Federico Raimondo è un consulente senior in web marketing con oltre 25 anni di esperienza nel settore digitale. Quando non sta cercando di decifrare l’ultimo aggiornamento dell’algoritmo di Google, probabilmente sta spiegando a sua madre che sì, quello che fa è un vero lavoro, anche se può farlo in pigiama dal divano di casa.

Ti è piaciuto questo articolo?

Condividilo! ↓